di Flavio Felice

In tempi in cui il lemma ‘popolo’ viene vezzeggiato, usato strumentalmente, infine svilito, analizzarlo alla luce del punto di incontro tra tradizione liberale e cattolica è impresa audace e meritoria, di cui va reso merito a Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l’Università del Molise e presidente del Consiglio scientifico del nostro Istituto. È Luigi Sturzo il “Caronte” che guida lo studioso in questo percorso di analisi alla fine del quale si arriva all’impossibilità, per un cattolico, di accogliere lo scambio diabolico tra un regime autoritario e l’ottenimento di privilegi. Una conclusione che, in Sturzo, è stata anche prassi politica e regola di vita.

Sinossi: Il libro analizza il significato delle nozioni di popolo, autorità e democrazia nella tradizione del popolarismo, in un fecondo incontro con la tradizione liberale. Il punto fermo del popolarismo sturziano è un’idea di “popolo” del tutto differente da quella fornita dai populismi di ogni tipo. In particolare, il problema di fronte al quale Sturzo pone i cattolici riguarda la domanda se essi dovrebbero accettare un regime politico che nega le libertà, in cambio dell’ottenimento di privilegi. L’assenso verso tali regimi è impraticabile per un cattolico, a pena di sacrificare la propria coscienza sull’altare dell’idolo della Politica. Il popolarismo sturziano mette in discussione la nozione di popolo declinata al singolare, per declinarla al plurale. Tale pluralismo salvaguarda e presuppone il valore della coscienza individuale e non si lascia assorbire in un indistinto misticismo politico di impronta tanto giacobina quanto organicistica: il brodo di coltura di ogni populismo.

Casa editrice: Rubbettino