È con costernazione che apprendo, insieme a tutto l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, la notizia della morte improvvisa del collega e amico Carlo Dell’Aringa. Eravamo prossimi, dopo la pausa estiva, a riprendere i contatti per portare a conclusione lo studio su “Produttività, Crescita e Inclusione Sociale: un’Agenda per l’Italia”, magistralmente coordinato proprio da Carlo e da Paolo Guerrieri, altro collega e amico, al quale adesso ci sentiamo di esprimere vicinanza e affetto con un vigore ancora maggiore.
Non riusciremo mai a fare l’abitudine alla fragilità della vita e, in fondo, all’estrema ingiustizia della morte, stucchevole nella sua capacità di cogliere i fiori più belli, di portar via le menti più lucide.
In un percorso professionale sempre imperniato sulla docenza accademica in Economia Politica, tanto da renderlo emerito presso l’Università Cattolica di Milano pochi anni fa, Carlo Dell’Aringa aveva saputo allargare il raggio della sua riflessione teorica e del suo nobile e concreto “saper fare” a una molteplicità di campi, dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, all’Isfol, dalla politica – vissuta in un ruolo da assoluto protagonista (deputato e sottosegretario nel Governo Letta) alla collaborazione con i più prestigiosi think tank del Paese, tra cui l’Agenzia di Ricerche e Legislazione (Arel), contraddistinguendosi sempre per rigore analitico unito a passione civile: elementi imprescindibili per chi deve subire l’affascinante onere di legiferare nel campo del lavoro, proprio il settore, cioè, che oggi piange un tecnico che pervicacemente inseguiva un progetto che sembra sempre più un sogno irraggiungibile, nel Paese, vale a dire unire crescita economica ed equità sociale.
Prof. Paolo De Nardis