Redattore sociale, 15 marzo 2019 di Francesco Floris
MILANO – Nel 2020 in Unione europea mancheranno 756 mila figure professionali altamente qualificate nel settore delle telecomunicazioni. Un altro milione di lavoratori mancheranno all’appello del settore sanitario tra dottori, infermieri, dentisti, ostetriche e farmacisti. Un deficit che non può essere colmato dai 12 milioni di disoccupati di lungo termine presenti nella Ue perché per oltre il 50 per cento non hanno i titoli e le competenze per accedere a questi ruoli. Ecco i primi risultati de “L’Europa dei talenti: migrazioni qualificate dentro e fuori l’Unione europea”, ricerca realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos e l’Istituto di Studi Politici “San Pio V” che venerdì 15 marzo verrà presentata all’auditorium di via Rieti a Roma. Un dossier si focalizza sulle “migrazioni qualificate” da, per e dentro l’Unione europea. L’indagine stima che in un decennio la forza lavoro diminuirà di 17,5 milioni di unità nel continente, in larga misura in Italia, e che già oggi si riscontrano 3,8 milioni di posti vacanti a causa delle carenze in settori chiave come le scienze, la tecnologia, l’ingegneria e la sanità. […]