di Pierluigi Sabatti, 20/10/2019

Un libro che non può mancare sulla scrivania del neo ministro degli Esteri italiano: si tratta dell’”Atlante geopolitico del Mediterraneo 2019” edito da Bordeaux per l’Istituto di Studi Politici San Pio V (474 pagine, 20 euro). Il volume raccoglie undici schede dedicate a Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Giordania, Turchia. Per ciascun Paese viene ripercorsa la storia, la situazione attuale in campo politico, economico e sociale e le prospettive future. Il linguaggio è chiaro e l’ampia bibliografia indica le fonti alle quali sono ricorsi i ricercatori.

L’Atlante, giunto alla sesta edizione, è curato da Francesco Anghelone e Andrea Ungari. Il primo è dottore di ricerca in Storia d’Europa alla “Sapienza” di Roma, collabora con «Aspenia online», è coordinatore scientifico dell’Area di ricerca storico-politica del San Pio V ed è autore di numerose pubblicazioni su Grecia, Turchia, Cipro e Mediterraneo sud-orientale. Il secondo è professore associato di Storia contemporanea all’Università Guglielmo Marconi e docente di Teoria e Storia dei Partiti e dei Movimenti politici alla Luiss-Guido Carli. Studia la storia politica dell’Italia liberale e repubblicana e la storia militare, con una particolare attenzione al ruolo di esercito e areonautica nella Prima guerra mondiale.

Il volume si apre con la considerazione che il Mediterraneo è sempre più importante, a livello mondiale, e sempre meno sicuro. Al “mare nostrum” sono interessati i nuovi protagonisti della politica internazionale, come Cina, Russia e Paesi del Golfo Persico e i vecchi, come gli Stati Uniti. Davanti alle politiche di espansione di queste potenze grandi e piccole l’Europa è imbalsamata, uniche preoccupazioni: l’approvvigionamento energetico e i flussi migratori […].

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