Seminario di Studi organizzato dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, in collaborazione con il Network for European Policy Making

Il Mezzogiorno durante e dopo l’intervento straordinario. Evoluzione della spesa pubblica e dinamiche della quota di “riserva” dal dopoguerra al PNRR. Un inquadramento giuridico e le prospettive in termini di policies

Roma, Istituto Luigi Sturzo, Via delle Coppelle, 35

3 dicembre 2025, ore 9:30 – 17:30

La questione della cosiddetta “quota di riserva” destinata al Mezzogiorno, pari al 34% per le risorse ordinarie in conto capitale, costituisce una chiave di lettura particolarmente interessante per comprendere il dibattito, tanto accademico quanto politico, inerente le strategie di politica economica indirizzate ad avviare processi di convergenza fra le due macroaree del Paese. L’introduzione nell’ ordinamento italiano della quota medesima sottintende una scelta di politica legislativa in ambito economico orientata ad applicare il principio costituzionale di coesione territoriale, mediante la destinazione di risorse ai territori in proporzione alla popolazione di riferimento. Tale impostazione consentirebbe di avere un livello di spesa pubblica ordinaria pro capite in conto capitale uniforme sull’intero territorio nazionale. Il merito principale di questa novità legislativa, intervenuta in sede di conversione del D.L. 29/12/2016, n. 243, noto come Decreto Mezzogiorno, nella Legge 27 febbraio, n. 18, specificamente all’art. 7 bis – Principi per il riequilibrio territoriale, è quello di spostare l’attenzione dalle risorse aggiuntive, sia di origine europea (fondi strutturali) che nazionale (fondo sviluppo e coesione e risorse del piano di azione coesione), alle risorse ordinarie, vero buco nero delle politiche di sviluppo. Il rilancio di tali politiche per la crescita produttiva del Mezzogiorno e del Paese è fondamentale per la ripresa e l’innovazione del sistema industriale italiano. Inoltre, il tema della quota di riserva non va confinato a un’interpretazione regressiva, legata solo alla quantità delle risorse e non alla qualità e produttività della spesa pubblica e all’effetto moltiplicatore che può determinare in virtù dell’attivazione degli investimenti privati. Le risorse pubbliche destinate al Mezzogiorno devono essere, infatti, inevitabilmente connesse al loro impiego virtuoso e alla loro interazione con l’intervento delle imprese. Si è inteso, con la presente ricerca, circoscrivere le coordinate storiche, giuridico legislative, di teoria e politica economica, per una valutazione di ampio respiro dell’importanza della “clausola del 34%”, dei limiti di governance della stessa, dei rischi di una debole, parziale se non addirittura inesistente applicazione. Per questi motivi l’Istituto “S. Pio V” ha voluto promuovere, con il gruppo di ricerca formato sull’argomento, un seminario di studi con autorevoli studiosi e prestigiose personalità del mondo istituzionale e accademico.

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