Crisi economica, rischio pandemico, terrorismo, cambiamenti climatici e tante altre problematicità che affliggono la vita quotidiana ridisegnano anche un’attività e un comparto economico verso cui si sono dirette, negli ultimi decenni, aspettative molto elevate: il turismo. Non più “lusso” riservato alle classi superiori, ma “diritto” allargato ad ampie fasce di popolazione, il turismo muta la sua fattispecie,
adeguandosi alle nuove parole d’ordine: ‘distanziamento’, ‘sostenibilità’, ‘identità culturale’, ‘programmazione’, ‘comunità’.
L’obiettivo pare essere quello di trasformare progressivamente i ‘turisti’ in ‘viaggiatori’, favorendo una condizione di dialogo inter-culturale, nel pieno rispetto dei diritti di coloro che risiedono nel luogo diaccoglienza turistica e che a volte si sentono “defraudati” delle proprie specificità.
Molto, però, c’è da lavorare, soprattutto nell’ottica di costruire percorsi condivisi e di valorizzare le tradizioni e le caratteristiche di aree confinanti. Il Mediterraneo, da questo punto di vista, è un caso emblematico: i Paesi rivieraschi non dialogano tra di loro, nel merito del comparto turistico, e sono spesso impegnati in una controproducente concorrenza, invece che in una virtuosa collaborazione.
Costruire esperienze turistiche, alla luce della sostenibilità declinata al plurale (ambientale, economica, culturale, urbana…) è l’obiettivo dell’ambizioso convegno che il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali della Sapienza Università di Roma (Facoltà di Lettere e Filosofia) e la Fiiaf (Federazione Italiana
Impresa Agricola Familiare), con la collaborazione dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, organizzano nelle giornate di lunedì 16 e martedì 17 ottobre, invitando alcuni dei massimi esperti europei di turismo sostenibile ed esperienziale. Sono previste anche degustazioni enogastronomiche di prodotti italiani, per ribadire l’opportunità di costruire percorsi turistici che integrino i tanti aspetti del made in Italy.